2.3. Nel migliore dei mondi possibili
2.4. Sull'altro lato del fiume
2.8. Dall'altra parte del mare
이탈리아 밀라노의
스크리모 밴드
Øjne의 1집 앨범이다. 매우 감성적인 멜로디와
포스트 록의 영향을 강하게 받은 곡 진행을 보여준다. 또한 앨범 전체적으로 외롭고 쓸쓸한 느낌을 낸다.
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Ho un coltello nella tasca sinistra Lo uso raramente, la maggior parte del tempo è un peso Abbastanza per farmi affogare, e altre metafore sul mare È come se quello che avevo da dire io l'abbia già detto Quindi cosa rimane?
Ma ti ricordi le nostre conversazioni? Pensavamo non fossero niente Ma pesavano come coltelli Sepolti nelle mie tasche
Come cicatrici e tatuaggi Il tuo nuovo taglio di capelli: Non sono ancora cresciuti Tu sei un simbolo di ciò in cui credevo Tu sarai un simbolo di quello in cui credo di nuovo
Mi hai prestato un paio di forbici, le ho tenute da parte Ho una scatola trasparente a casa, piena di fogli Ho un orologio in cucina che non va oltre il dodici E ripenso alla tua stanza e a tutte le foto sui muri Che guardavo mentre uscivi per farne di nuove In quelle piazze deserte d'estate Ti vedevo tornare dalla finestra
Ma tra le mie, di finestre, c'è una ragnatela da tempo Io non la tocco, perché non butto via quasi niente Lascio che la polvere faccia il suo dovere E pensavo fosse normale Ma dove sono finite le cose importanti? Le piramidi e i dinosauri Le videocassette e i primi viaggi in macchina
C'è una ragnatela negli angoli tra le finestre della mia stanza L'ho costruita io a partire dai vent'anni Ho intrappolato la mia vita preferita E tutte le cose che sapevo Rinchiuse tra nuove ambizioni E una pressione costante
Ho un coltello in tasca e sto tornando Non lo userò contro di me quest'anno Aspetto solo il momento giusto Per tagliare il filo Di una ragnatela che arriva fino allo specchio E al me stesso che raramente riesco a guardare Ho un coltello in tasca e non lo uso La maggior parte del tempo è un peso A cui mi stavo quasi abituando
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E finalmente sono stato a Glasgow Era Dicembre, ed era buio Mi sono riflesso nelle vetrine Ho seguito le insegne luminose Mi sentivo lontano e distratto Prima di sapere di te
Quella sera d'inverno Sei uscita che era già buio Per respirare aria fresca e scattare foto Hai raggiunto una piazza semideserta: Solo una giostra e alcuni ragazzi E cornacchie in cerca di cibo Ti hanno chiesto perché scatti foto Ti hanno detto di cancellarle Di non voler esistere in loro Ti hanno inseguita, ti hanno raggiunta prima del ponte Ti hanno buttata per terra, presa a calci, ti hanno fatto chiedere scusa E quando ti sei rialzata intorno a te un mormorio confuso: "Non volevamo intrometterci, pensavamo fosse il tuo ragazzo Non sapevamo che fossero estranei, li avremmo fermati Ma pensavamo che fosse il tuo ragazzo con i suoi amici"
Fa freddo a Glasgow a Dicembre Da questa città sarò lontano per sempre Anche quando cammino nel centro
Pochi mesi dopo Ho visto quella foto: Non si vede nessuno Solo qualche luce su uno sfondo nero
Ogni inverno fa buio presto E ogni inverno si resta a casa Ogni inverno le strade deserte E ogni inverno l'ombra dei viali Fa freddo a Glasgow a Dicembre Avere la testa altrove E una tasca pesante
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2.3. Nel migliore dei mondi possibili[편집]
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La Tv si accende sullo stesso canale di ieri Ormai conosco i servizi a memoria Non credo oggi riuscirò a fare nient'altro E in fondo, ora, non c'è niente che vorrei fare Come quando, a Roma Non eravamo in vacanza E mi dicesti: "Gli ospedali son dei brutti posti.." "Io non credo, non in questi momenti D'altronde, qui non c'è neppure lo spazio per credere che vada tutto bene È come se dessero il giusto peso alle cose..." Oggi, dopo colazione, credo che non farò niente, non ci riuscirei A Villa Borghese Cercavo parole migliori per te anche se io Avrei preferito restare in silenzio E non è la paura Questo nodo alla gola Ma è come la sensazione Che all’improvviso non abbia più senso fare progetti E ci saranno troppi giorni peggiori di ieri E telefonate notturne E come posso pensare di essere pronto? Prepararsi di fretta per uscire Allacciarsi le scarpe con mani tremanti Non oggi. Non questo mese. Non quest'anno
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2.4. Sull'altro lato del fiume[편집]
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Guardo ancora le stesse foto Gli stessi film, gli stessi programmi in televisione Mi abituo alle notizie, allo shock, alla sorpresa Guardo sempre di più nel vuoto Vedo sempre meno L’unica lettera che io abbia mai ricevuto Era una lettera di scuse Lasciata a casa mentre non c'ero Scritta su carta verde, scritta con cura; Ma tra questi fogli, forbici e ragnatele Trovarla è un'impresa. Trovarmi è impossibile Otto anni dopo, non ricordo nemmeno cosa ci fosse scritto Non l'ho mai più trovata nel cassetto della scrivania E ne sono certo, se sono quello che sono oggi In fondo, lo devo anche a te; Ma se ogni mattina dimentico sempre di più Quello che ho fatto e le persone che ho amato Sono ancora la prima persona – il protagonista delle mie storie? O un personaggio nuovo, con la stessa rabbia? E con le tasche pesanti e i cassetti per terra La mia stanza è la scena del crimine Ma ciò che cercavo era solo...
Ma mi fa paura pensare troppo Sentire il suono farsi più forte L'eco delle esplosioni Il fumo che sale le scale Dall'altra parte del muro Gli stessi occhi confusi Le stesse mani tremanti Lo stesso coltello in tasca Se mi sporgo, ci sono di nuovo io Nato sull'altro lato del fiume Senza scaffali pieni di libri Senza la tua lettera di scuse (Strappati i biglietti dei treni Abbattute le ciminiere Venduti i dischi dei Negazione Dimenticati nomi e cognomi) Mi fa paura pensare troppo Immaginare le vite altrui Cercare ragioni per qualunque cosa E trovarmi sempre lì Da solo in un angolo Cercando sguardi e trovando soltanto Indifferenza e nuovi nemici
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"All'alba il cortile si svuota Sto meglio col sole negli occhi."
L'ho preso da un vecchio quaderno Rimasto chiuso per anni Il cambiamento è costante, ma mi manca l'ingenuità Degli anni che abbiamo passato Rincorrendo estati assolate e nuovi suoni Prima delle umiliazioni, dei "dov'è finita la tua dignità" Del non provarci nemmeno, del nascondersi sempre Ma le tue parole avevano un senso Risposte a domande provocatorie: C'è ancora bisogno di un lieto fine Di qualcosa a cui aggrapparsi Qualunque cosa
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2.6. Lo schema di Propp[편집]
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Ma non c'è lieto fine senza un ritorno Quando il tramonto sembra eterno, arrivando da est a ovest Le case coi mattoni a vista, i bagagli non controllati al confine Chiudere gli occhi in un viaggio in pullman, senza neanche dormire È sperare di aprirli solo una volta arrivati a casa
Ma è come se tutto ciò che abbia vissuto Mi sia stato soltanto raccontato Ma se c'è una cosa di cui sono certo È che ogni storia abbia la stessa struttura Ma se le pagine non sono più in ordine E non so più dove è iniziata Un finale dovró trovarlo da solo Non lo lascerò scrivere a nessun altro
Con un coltello nella mano sinistra Per una volta so dove andare
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È nei cassetti della mia stanza È tra i banchi di scuola e sui treni diretti a nord È nella piazza semideserta, dove ti hanno inseguita e picchiata Ed è restare svegli la notte per ore e ore È sfogliare il giornale e sperare Di non trovare il tuo nome
Ma capisco il labiale Da una certa distanza Conosco quegli occhi E so dove fa male
Ed è per tutte le cose che ho visto Tutte le cose che ho sentito Per ogni sguardo non richiesto Ogni parola ingombrante E so che forse è troppo Ma non riesco più a non pensarci...
Ogni colpo è un filo di ragnatela che cade Ogni corpo per terra è un mattone per ricostruire Ed il ticchettio prima dell'esplosione È un orologio in cucina che torna a funzionare
Le mie fughe, così infantili Da riportarmi indietro A quando speravo piovesse forte: Una scusa, solo una scusa Per correre per strada Coi piedi nell'acqua E le tasche leggere
E nel sogno che ho fatto stanotte, steso su un marciapiede C'erano quasi tutti, sembrava il mio funerale; Nessun servizio in televisione, nessuna accusa o religione Fa caldo a Milano d'estate, mi sveglio in un bagno di sudore
E non c'è colpa negli occhi che intravedo nei finestrini E non c'è sangue sulle mie mani che cercano in fretta le chiavi
Nell'agosto del 2005 mi sono promesso di non tradirmi mai Ma quanta polvere ho accumulato da allora Tu sei il simbolo di quello in cui ho sempre creduto Sei il simbolo di quello in cui credo ancora E per dieci estati ho ricercato quel momento Su altipiani, spiagge affollate e capitali straniere E poi sono tornato, e ho sentito l'odore dei pini E ho appoggiato i vestiti per terra, e un coltello nel lavandino Lascio che l'acqua scorra, lascio si arrugginisca Ormai non mi serve più
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2.8. Dall'altra parte del mare[편집]
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"Oggi in macchina abbiamo preso un sentiero in campagna L'aria era di quel bianco luminoso che c'è spesso anche a Milano C'erano ancora i segni delle mitragliatrici sui muri delle case Non pensavo esistessero ancora queste cose Sono già cinque giorni e siamo più a sud di quanto non siamo mai stati insieme Ti ricordi com'era guardare l'Italia dall'altra parte del mare?
Arrivando qui abbiamo incontrato una ciminiera in riva al mare Era alta quanto un minareto Ti ricordi di Istanbul? Chissà quando potremo tornarci? Oggi mi sono spaventata a morte Avrei voluto fossi con me
Tra pochi giorni sarò di ritorno Non ho capito perché non me ne hai voluto parlare Non vedo l'ora di essere a casa, voglio sapere cosa avessi da dirmi; Cosa ti faceva tremare le mani Quando mi hai salutato."
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